DICONO DI NOI

  • “Tieni per te un pertugio di libertà”. Parole che vanno oltre il carisma, quelle di Roversi (1923/2012), poeta immenso e prolifico ma in misura raffinata e sorprendente. Quelle parole sono l’eredità straordinaria consegnata personalmente da Roversi a Piero Ristagno, poeta e regista, che con Monica Felloni, sua compagna di teatro e di vita, ha allargato quel “pertugio di libertà” a palcoscenico generoso e “diverso”, agorà e arena di intenzioni e invenzioni, incrocio di azioni e sentimenti. In due parole, La Compagnia NèonTeatro.

    LA SICILIA
  • Esplodere di pianto per la troppa bellezza e commozione è un moto di vitalità che resuscita l’anima e rianima il cuore. Soprattutto in una contemporaneità in cui il battito emozionale rallenta quasi fino all’esaurimento, spegnendosi nell’indifferenza e nell’apatia. Carne e respiro. Respiro e carne. Anima, corpo e pensiero. Antidoti contro questa bradicardia esistenziale, che trova nel Teatro il luogo ideale per la cura. Un luogo dove spazio e tempo si espandono fino a fondersi, sfumando confini e soprattutto diversità.

    IL CORRIERE DELLA SERA
  • Negli spettacoli di Nèon l’attore opera il passaggio dall’essere individuo all’essere singolo, ossia si trasforma in artificio di sé facendosi altro: agente di poesia, evento di se stesso. In tal modo scompare ogni possibile distinzione di genere tra i “diversi”, viceversa la differenza di ognuno diviene il fulcro del significato dell’opera. Sulla scena di Nèon non ci si rappresenta, ci si inventa aprendosi alle proprie possibilità/altre. Il dispositivo dell’invenzione di sé viene realizzato dall’essere-insieme degli attori sulla scena. Ogni attore cede la propria identità per comparire come figura che tocca altre figure e così aprire un mondo ed inaugurare un’altra maniera di fare comunità. Lo spettatore ha la sensazione che ciò che avviene sulla scena stia accadendo in quel momento come un atto sorgivo che si fa parola o gesto. Si ha la percezione di trovarsi dinanzi ad un evento imponderabile come una nascita o una morte.

    Chiara Tinnirello LA GRANDEZZA DI VIVERE
  • In Ciatu “Corpo e anima non sono due entità, sono la persona”. Sugellano le parole del frate domenicano Giordano Bruno arso vivo sul rogo di Campo de’Fiori. Ciatu è un continuo intercalare di proiezioni sullo schermo e nelle emozioni. “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”. (Genesi 2,7). Sul palcoscenico naturale di Taormina, la vita è respiro, un Ciatu lieve.

    LA REPUBBLICA.IT
  • Ne “Il coraggio è una cosa”, Danilo Ferrari, attore e autore di NeonTeatro, scrive della bellezza vissuta, del tempo che scorre, del rumore che scandisce le sue giornate, della gente che lo circonda, ma anche degli attacchi di depressione, dei “brutti pensieri” che talvolta fanno capolino, del senso di isolamento. Danilo però non è solo e permette di raggiungere il traguardo di una normalità che, a leggerla, ci dà contezza che l’unica patologia incurabile rimane il pregiudizio.

    IO DONNA
  • Tra le cose più interessanti che possono accadere a chi si occupa con costanza di teatro c’è sicuramente la possibilità (e la gioia) di vedere concretamente e lucidamente come il linguaggio teatrale di un artista, o di un ensemble di artisti, si vada dispiegando, strutturando e chiarendo nel tempo, di spettacolo in spettacolo. E’ quanto viene realizzato da NeonTeatro.

    DRAMMA.IT
  • Per un’ora e quarantacinque minuti il pubblico ha potuto assistere a uno spettacolo unico, con azioni teatrali intrise di musica, danza, parole, in una sequenza appassionata e lieve che ha avuto al centro il genere umano nella sua varietà possibile. Grandi suggestioni ed emozione per la grande prestazione di tutti gli attori magistralmente diretti da Monica Felloni. Sul palco del Teatro antico di Taormina Magnificat è stata un’occasione preziosa per trasmettere l’arte della positività.

    RESAPUBBLICA
  • Taormina è un “Ciatu” di bellezza. Il teatro antico di Taormina è scenario di incomparabile fascino. Lo spettacolo andato in scena ieri sera che è la storia di un respiro, “Ciatu”, gli ha conferito una grande suggestione. La regia è di Monica Felloni, direttore artistico Piero Ristagno. Sul palco è un susseguirsi di quadri scenici densamente popolati da figure. Attori professionisti e meravigliosi innesti di diverse abilità.

    LA REPUBBLICA
  • Ciatu è la prima parola che si pronuncia all’apertura del sipario. Rivela il compimento di un atto universale e la necessità della relazione tra ogni essere vivente e ciò che lo circonda. Ciatu significa respiro ed è l’unico istinto che rende tutti simili, in ogni angolo dell’universo. Si chiama ciatu chi si ama in Sicilia, perché ciatu è sinonimo di qualcosa di vitale.

    PERSINSALA
  • Il gruppo di NeonTeatro evolve spettacolo dopo spettacolo. Sbalordisce con le scene sperimentali sempre più potenti. L’azione sul palco si riverbera sulla platea, senza distante o interruzioni.

    TEATRI DELLE DIVERSITÀ
  • Il teatro mostra ciò che fino a un momento prima era nascosto agli occhi e rende possibile ciò che si pensava non potesse esserlo. È il prodigio dell’arte. È la scommessa del Neon Teatro di Catania.

    TEATRO.IT

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